Vivere all'estero, che si tratti di una fase o di uno status permanente, può destabilizzare e de-italianizzare anche i nostri compatrioti più accaniti. Ecco come tenersi stretta la propria "italianità" anche se si vive in Danimarca.
Essere Italiani è una condizione che molti miei compratrioti all'estero cercano di nascondere o, per lo meno, di mitigare. L'Italiano, in particolar modo in questo periodo storico-politico non molto edificante per la nostra Penisola, è guardato un po' con pena ed un po' con sospetto dagli stranieri. Potete immaginare da soli quale idea possano avere i Danesi, convinti di essere il popolo più evoluto, felice e moderno d'Europa, di noi "poveri" Italiani. Per questa ragione è importante non smettere mai di essere Italiani, soprattutto all'estero, per dimostrare che non abbiamo nulla di cui vergognarci e molto da insegnare.
Le prime tre parole che sentirete pronunciare da un Danese all'udire che siete Italiani saranno di certo le seguenti: "Berlusconi", "mafia" e "spaghetti". Nonostante la loro fama di accaniti viaggiatori, infatti, i Danesi conoscono ben poco del "Bel Paese" e per colmare la lacuna culturale vi assoceranno ogni tipo di stereotipo. Stuzzicare i Danesi con la vostra "italianità" è qualcosa che vi consiglio assolutamente di fare, sia per le divertenti reazioni dei nostri cari "Vichinghi", sia per permettere loro di conoscervi per quello che veramente siete. Ecco come fare.
1) Comportatevi in maniera amichevole al supermercato
C'è una sorta di legge non scritta in Danimarca che va applicata a tutte le situazioni pubbliche e quotidiane: non infastidire i Danesi e non invadere la loro privacy se non strettamente necessario. Un contesto in cui tale norma è rispettata ai suoi massimi livelli è il supermercato. I Danesi fanno la spesa come dei robot: non salutano i cassieri, non si intrattengono in conversazioni di alcun genere, non importunano per nessuna ragione gli altri acquirenti. Non parliamo poi del caso in cui volete fermarvi a dare un'occhiata agli scaffali vicino la cassa oppure salutare un conoscente se c'è la fila: nulla sarà più riprovevole per il Danese o i Danesi in ordinata fila dietro di voi. La loro pazienza è limitatissima e probabilmente vi si appiccicheranno addosso per invitarvi a procedere, spingendo se necessario. Non accettate questi comportamenti! Se c'è una cosa per cui noi Italiani siamo famosi nel mondo è la nostra solarità e cordialità: se volete chiacchierare con il cassiere, fatelo; se volete salutare, magari con un sorriso, quando entrate nel supermercato, non abbiate timore; se volete chiedere ad un Danese di darvi un consiglio su dei prodotti da acquistare, chiedete pure. Le loro reazioni a tali "affronti" saranno meritevoli di un tentativo.
2) Organizzate una cena casual senza comunicare agli ospiti l'orario preciso
I Danesi sono puntuali al secondo. E non sto esagerando. La puntualità e la precisione sono doti che apprezzo in ambito lavorativo, e come potrebbe essere altrimenti? Quando penso a cene o incontri casual con gli amici, però, mi sembra che il bisogno tipicamente Danese di dover rispettare una scaletta e di fare spazio nell'agenda rovini un po' l'atmosfera. Insegnate ai Danesi l'unità di misura del tempo Italiana, nella quale la frase "ci vediamo verso le 9 da me" va tradotta come "passa a casa mia quando vuoi nell'arco temporale che va dalle 6 a mezzanotte, ed anche oltre".
3) Sorridete ai bambini Danesi e toccate i cani senza chiedere il permesso
Bambini e cuccioli sono i due "esserini" più teneri e simpatici del globo. I Danesi, sempre a causa della loro ossessione per "lo spazio personale", non comprendono come uno sconosciuto possa sorridere e scherzare con i loro pargoli oppure fare le coccole ai loro amici a quattro zampe. Gli Italiani amano scherzare con i bambini e quando incrociano lo sguardo di un frugoletto è difficile che resistano alla chiamata della linguaccia, del sorriso o del saluto con la mano. Lo stesso vale per i cani che incrociamo in strada mentre vengono portati a spasso dai proprietari: la carezza è d'obbligo. Se volete vedere l'occhiataccia peggiore che un Danese possa mai lanciarvi, provare a coccolare i loro bimbi o i loro cuccioli. Io non ci vedo niente di male e vi consiglio di non "castrare" la vostra giovialità: accarezzate cani, gatti, furetti, canarini e chi più ne ha più ne metta ma, soprattutto, sorridete ai bambini!
4) Non rinunciate al vero cibo Italiano
Nei supermercati Danesi troverete ogni genere di schifezza etichettata come Italiensk: diffidate da tali scempi gastronimici. Il metodo migliore per non spendere cifre da capogiro e mangiare vero cibo italiano (salame, parmigiano, pasta, caffè, etc.) è il classico pacco in stile "aiuto umanitario" inviato da amici e familiari direttamente dalla madrepatria. Credetemi, il costo del pacco e delle cibarie in esso contenute sarà comunque inferiore al prezzo delle stesse merci in Danimarca. I supermercati Danesi, per esempio, vendono la pasta Barilla o i tortellini Rana ma il costo è a dir poco astronomico. Anche i ristoranti Italiani non sono sempre una garanzia (specie se non gestiti da Italiani): la Carbonara per un Danese viene preparata con il prosciutto cotto e la panna. Roba da denuncia! Non rinunciate alla cucina Italiana che tutti nel mondo ci invidiano e condividetela con amici e conoscenti Danesi: un bel modo per fare amicizia e diffondere la cultura Italiana in "Terra Vichinga".
4 commenti:
Io credo che sia giusto, mantenere la propria "italianità" nell'esperienza di vivere all'estero, ma credo che sia anche importante non puntare i piedi sui soliti concetti con i quali siamo cresciuti: siamo ospiti di un altro paese, dobbiamo tendergli le braccia per ricevere quanto più possibile.. altrimenti tanto valeva rimanere a casa.
Sono sicuramente d'accordo sul non lasciarci condizionare caratterialmente, siamo un popolo gioviale, spiritoso ed istintivo, la nostra parte più espressiva va assolutamente lasciata pascolare liberamente.
Ma quando si tratta di "invadere" a tutti i costi la sfera protettiva danese, non sono d'accordo. Esistono le mezze misure.. io sono la prima che quando vede un bel cucciolotto non sa resistere dall'andargli incontro accompagnata dalla mia sciocca vocina e le mani gia protese nel dispensare coccole, ma ai primi segni di dissenso da parte del padrone/genitore, nel caso dei bambini, credo sia opportuno rispettare il loro istintivo riserbo.
E non dobbiamo per forza apparire ritardatari o confusionari perchè non vogliamo precisare l'orario d'invito a cena o mettere i segnaposti sulla tavola: noi siamo in grado di prendere appuntamenti senza progettarli mesi prima e decidere la sera stessa dove andare a mangiare e possiamo continuare a farlo concordando la cosa con l'altra parte senza imporla prepotentemente all' "italiana". Perchè spesso l'italiano all'estero è prepotente, si permette di comportarsi come nel suo paese non farebbe e questo è profondamente irrispettoso.
Ci vuol poco poi dalla loro parte e considerare tutti gli italiani allo stesso modo. Per quanto riguarda la cucina.. beh, penso che la nostra sia assolutamente la migliore al mondo, sicuramente ho notato anch'io i modi "barbari" con i quali usufruiscono delle risorse del bel paese.. e ci rido su!
Essendo io vegana ad esempio, ho scoperto un fantastico mondo gastronomico danese basato su migliaia di prodotti biologici e naturali: c'è un'alta concentrazione di ristoranti, bar, chioschi, che si preoccupano della provenienza dei cibi e della salvaguardia animalista/ambientale.
Quindi credo che sopravviverò senza farmi spedire viveri dall'Italia! :)
P.S. Io lavoro in due ottimi ristoranti italiani a Copenhagen!
FYI Danes are not THAT close minded - many actually knows well about Italy and the culture. The only one that is making stereotypes is YOU in this poorly written "article"!
"Non smettere mai di essere Italiani, soprattutto all'estero" - are you kidding me?
That's exactly what you shouldn't do. Look "how well" it is going for you in your country.
Dear Miss Chris, I don't think you understand Italian well, or maybe you just don't understand IRONY.
Mi piace molto la tua frase: "non castrate la vostra giovialità". Quando vivevo a monaco di baviera i primi tempi ero me stessa al 100%, poi mi sono dovuta adattare a tutto (clima, persone etc.) e la percentuale diminuiva. Ogni volta che tornavo dalle ferie in Italia mi dicevano che avevo solarità e mi brillavano gli occhi. Forse facevo il "pieno" di italianità. Col tempo avevo il bisogno di frequentare italiani o stranieri che come me volevano essere gioviali, chiedere come stai e semplicemente essere meno freddi....
katia
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