I bambini danesi sono fortunati rispetto a molti coetanei europei: scuole gratis, dentista gratis fino a 18 anni, asili super-organizzati a disposizione, assegni di sostegno economico per le famiglie, e chi più ne ha più ne metta.
Non so perché, però, vederli con i loro abitini alla moda e coloratissimi, con la loro valigetta portapranzo, con i loro capelli biondissimi mano nella mano a genitori-fotocopia, lasciati scorazzare in giro senza controllo e malgestiti da mamme e papà troppo permessivi (o liberali, se preferite) mi ha sempre insospettito.
Sappiamo bene che i piccoli Dansk vengono sin dalle fasce educati ad essere indipendenti, autonomi e sprezzanti di ogni regola o pericolo. Non sempre condivido i dettami dell’educazione di stampo nordico ma, come si dice, Paese che vai, usanze che trovi.
Un’usanza che mi piace molto, però, è quella degli “alberi dei ciucci” (Suttetræ). Ho scoperto da poco che i piccoli danesi, in contemporanea con il loro ingresso all’asilo (a 3 anni di età), vivono un rito di passaggio di importanza epocale: l’abbandono del ciucciotto. Per rendere la separazione dall’adorato ciuccio meno violenta e traumatica, i piccoli Dansk vengono portati all’albero del ciuccio prescelto (ce ne sono un po’ dovunque in giro per la Danimarca) e, sempre aiutati dai genitori, vengono spinti ad appendere il ciucciotto ai rami, magari accompagnandolo con una letterina.
Gli alberi dei ciucci sono un’attrazione molto carina. Se ne vedete uno in qualche giardino pubblico, fermatevi a dare un’occhiata.
1 commenti:
ciao, bel post e complimenti per il blog. noto che c'è un velo di polemica su come vengono cresciuti i "piccoli Dansk" o sbaglio? quei paesi funzionano proprio perchè vengono cresciuti in quel modo! io sono italiano ma sto facendo di tutto per andare a vivere in danimarca proprio perchè credo che abbiano una base 10000 volte migliore dellla "terra dei cachi".
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